Il Mandraccio

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Piazza, Tatu, Ico e Lully. Classica famiglia di quattro persone con non molte passioni. L'amore, la musica di tutti i giorni che ti riempie le giornate senza impegnarti, i documentari, i cartoni animati, i gormiti, la palestra, le cene, il calcio, in particolare il Livorno.
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Ieri per l'ennesima volta, Enrico, insieme alla sorellina, ha provato uno sport e come al solito ha rinunciato. Mercoledi scorso aveva fatto la prima prova in palestra e sembrava entusiasta. Poi ha capito che si dura troppa fatica a correre, saltare e fare gli addominali. Forse ha ragione lui. E' ancora piccolo per non prendere tutto come un gioco. Fin quando si diverte continua, quando inizia la fatica e il divertimento diminuisce Enrico abbandona. Ora proveremo con la pallacanestro, forse. Per la cronaca anche Ludovica non vuole più andarci.
Enrico e Ludovica - Sardegna 2006 - photo by P.zza XX
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Ci risiamo. Dopo quasi un mese rivedremo la nostra squadra in campo al Picchi. L'ultima partita, giocata prima di Natale è finita 1-1. Il Torino è passato in vantaggio ma il solito Cristiano ha riportato il risultato in parità. Domani la Roma di Totti e Mancini, di Spalletti e Sensi, di debiti e fascisti. Sarà dura, molto dura. Noi vogliamo vedere l'impegno, il risultato è un optional. Voci molto vicine alla squadra, riportano di un incontro con i capi storici della curva Nord durante la settimana. I soliti noti, che nel frattempo si sono divisi formando due gruppi indipendenti, "Livornesi" e "Visitors" hanno parlato con il tecnico Arrigoni e con una delegazione di giocatori. Hanno chiesto dignità, hanno chiesto carattere, hanno chiesto di vedere gli occhi della tigre. Sono andati anche oltre, promettendo di entrare negli spogliatoi a fine partita e prenderli "a manate" se vedranno una squadra demotivata. Gli ultras hanno anche richiesto che la squadra indipendentemente dal risultato vada sempre sotto la curva a ricevere l'applauso del pubblico. Hanno fatto capire che in questi ultimi anni non sono mai stati contestati nonostante le figure meschine dell'anno scorso (sette sconfitte consecutive) o dell'anno precedente (6-4 a Parma e 3-6 col Siena in casa). Ci sarà anche uno striscione che pressappoco esorterà la società e i giocatori a tirare fuori gli attributi. Vedremo.
La grinta di Igor - Photo by Internet
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Ho sempre pensato di stare bene da solo, vivere bene quei silenzi, sentire soltanto quel sordo rumore dei pneumatici che ruotano sull'asfalto di un'autostrada. Stamani invece avevo voglia di parlare con qualcuno. Il paesaggio passava veloce, autogrill, ponti, alberi, cartelli stradali, gallerie, case in lontananza. Ormai non parlo più neanche con l'addetto al casello. Neanche un arrivederci, un saluto frettoloso, grazie al telepass. Siamo sempre più schiavi del tempo, della velocità, del mutismo. Ho chiamato l'officina per far riparare lo scooter. Lunedi mattina mi ha lasciato a piedi. Non ne ha voluto sapere di mettersi in moto. Domani quando esco da lavoro, mi faccio una bella camminata con il Beverly fino a casa di mia madre, l'officina è proprio accanto. Poi ho chiamato l'amico Jester e penso proprio di averlo svegliato. Tenetevi pronti, una di queste mattine che uscirò di nuovo per lavoro vi chiamerò.
Cartello Stradale - Estate 2006 - Photo by Amaranthus
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La sconfitta contro l'Atalanta per 5 a 1 è il minore dei mali che hanno colpito il Livorno Calcio e i suoi tifosi negli ultimi tempi. Allenatore esonerato, giocatori schierati contro il presidente, dichiarazioni di fuoco da parte del capitano e del portierone amaranto. E noi sempre qui, a subire. Lo sfogo di un giocatore incompreso, lo sfogo del presidente che minaccia di lasciare, lo sfogo della curva nel suo silenzio assordante. Ma noi ci siamo sempre. Siamo quei tifosi silenti che seguono la squadra col cuore, con la passione, con l'amore. Non siamo al centro della curva a battere sul tamburo o a urlare a squarciagola ma ci siamo e ci saremo sempre. Facciamo chilometri, spendiamo soldi, sacrifichiamo molto del nostro tempo libero per questa squadra. Non pretendiamo i migliori giocatori del mondo, vogliamo soltanto chiarezza nei programmi e poter andare sempre fieri dei colori amaranto. Vogliamo mantenere la nostra dignità. Non toglieteci anche questa.
14 settembre 2006 - noi tifosi - photo by Amaranthus
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Ogni volta che vado a Firenze per lavoro cerco di trovare qualcosa dei Gormiti che a Livorno non si trova. Ieri ho preso cinque pacchetti di "battle cards" e il raccoglitore. Oggi quando li ha visti era raggiante. Io non riesco a essere più felice di quando lo vedo sorridere soddisfatto. Entrambi contenti abbiamo passato un'ora e mezzo per classificare tutte le carte e alla fine eravamo veramente soddisfatti. Credo che questa passione per i Gormiti, Enrico me l'abbia trasmessa. Giochiamo spesso insieme. Purtroppo non sono tante le ore da trascorrere in santa pace. Quando giochiamo la Lully è sempre mia partner e lottiamo contro Enrico. Pur sembrando un gioco stupido, è d'insegnamento per entrambi i bimbi. Lei legge tutti i numeri, lui tutti i nomi dei personaggi e infine eseguono addizioni e sottrazioni a mente per stabilire chi ha vinto. E' una bella palestra per allenare i cervellini dei miei figli.
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Sono distrutto. Il pensiero di dover affrontare una serata diversa dal solito mi sgomenta. Mi vedevo già sul mio divano in santa pace a guardare la tele in completo silenzio, immerso nei miei pensieri aspettare il sonno per una nottata pre-epifanica. Invece no. Il destino è contro di me. Dovrò affrontare la confusione primordiale dovuta principalmente a una specie di diavolo della Tasmania : il figlio dei nostri amici. Ebbene si, stasera siamo a cena da una coppia di conoscenti. Lei un'amica di vecchia data della Tatu, lui il suo uomo da una vita e il figlio di quattro anni, un'energia allo stato puro, libero di fare tutto quello che vuole, senza mai essere rimproverato. Si prospetta una serata ai limiti dell'esaurimento nervoso. Il padrone di casa, ho sempre avuto la sensazione che non sia completamente normale. Ha sempre pochi argomenti, banali e fuori dalla mia logica. Spero arrivi presto l'ora di tornare a casa.
Enrico angioletto - Settembre 2005 - photo by P.zza XX
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Enjoy Cafè
Per arrivare a lavoro incontro due bar, un terzo se allungo la strada. Il bar migliore è alle torri e anche il personale è più gradevole. Purtroppo non si riesce mai a trovare parcheggio e se decido di non fermarmi devo fare un bel pezzo di strada indietro per incontrare il bar precedente. Va a finire che ci vado soltanto quando sono con lo scooter. La gente che lo frequenta è tutta ben vestita e l'ambiente è veramente gradevole, la qualità della colazione veramente buona.
Bar Torretta
Un luogo di brutto aspetto. Il classico bar rionale, frequentato da molti extracomunitari e da gente veramente brutta. Ogni volta che entro, sempre verso le 8.45 entra un uomo in giacca e cravatta che scende da una Mercedes serie A. Saluta a stento e va dritto al bancone. La barista riempie un flut di vino bianco. Lui mette i soldi sul banco, solleva il bicchiere e lo tracanna in un secondo. Gira i tacchi e se ne va. Purtroppo pur essendo il bar più scadente è quello che non ha mai problemi per parcheggiare ed è proprio sulla via dell'ufficio.
Bar Benny
Mi fermo qui quando devo comprare il giornale. L'edicola è proprio di fronte e approfitto della sosta per fare colazione. Purtroppo nonostante il posto non sia male, la qualità è scarsa. Non amo questo bar però vende anche tabacchi e questo è un valore aggiunto non indifferente.
caffè e cappuccino - photo by internet
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