mercoledì, dicembre 20, 2006

Il ricordo del Natale


Ricordi ormai lontani, riaffiorano nella mia mente. Mi ricordo le tavolate enormi che ogni Natale si facevano a casa di mia zia Iris. Eravamo almeno una ventina. Era veramente il giorno in cui la famiglia si riuniva. Il pranzo durava più di due ore. Tartine bagnate con un buon prosecco per stuzzicare l'appetito. Poi un primo di mare e uno di terra. Un grosso pesce che dalle dimensioni enormi non entrava mai in forno, arrosti vari e bolliti. Formaggi provenienti da ogni paese, poi la frutta e un dolce grandissimo con tutte le casine di marzapane. Per finire frutta secca, i classici dolci natalizi e datteri ripieni di mascarpone "briao". I più anziani a quel punto cadevano stremati sul tavolo e noi giovincelli a ridere e a saltare da tutte le parti. Le donne, liberavano il tavolo, andavano in cucina a dare una sistemata e poi facevano la tombolata. Gli uomini un poker prima di arrivare a cena per finire il cibo avanzato a pranzo. Anche qui, gli anziani si accontentavano di un caffellatte con qualche biscotto o del pandoro. Il panettone non si comprava mai, non ci sono mai piaciuti i canditi. Il giorno successivo tutto da capo come fosse ancora Natale. Era proprio una festa. Ero io che prima di iniziare il pranzo distribuivo i regali a tutti. Era una regola. Ero proprio contento del mio compito.
Pian pianino gli anziani sono diventati vecchi e come succede nel corso degli anni, iniziano ad andarsene lasciando vuoti quei posti a tavola e nei nostri cuori. Negli ultimi anni il tavolo era sempre più piccolo. Qualcuno di noi sposandosi aveva altri tavoli dove sedersi ed altri ancora hanno cambiato città se non addirittura nazione. Io ho trascorso degli anni indimenticabili e mi dispiace che i miei figli non vivano quell'atmosfera che si respirava a casa della zia Iris.

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