Fellini e Cecina-Livorno
Ieri sera alla partita Cecina-Livorno sembrava essere dentro a un film di Fellini. Personaggi che solo a guardarli senza sentirli parlare ti lasciano il segno.
Due su tutti. Una nana cattivissima e un bimbone un pò ritardato.
La nana voleva a tutti i costi oltrepassare l'inferriata che ci divideva dai supportes rossoblu. Ha detto di tutto a quei quattro carabinieri che non hanno mai reagito. Si lasciavano infamare come se avessero nelle orecchie l'Iron Maiden a palla. Sembravano fuori dal mondo. La ragazza, già svezzata, avrà avuto una ventina d'anni ha detto le testuali parole, rivolgendosi a una signora di mezz'età che sventolava fiera il suo tricolore : "se la pillio, la màolo". Andava su e giù per le scale fra una sigaretta e l'altra. Era lei la padrona dello stadio. Uno spettacolo.
Il bimbone molto più pacato e meno belligerante indossava la maglia amaranto numero 99, pantaloncino da calcio sempre del livorno, calzino nero basso di spugna, scarpe da tennis e cappellino verde militare modello cubano con l'effige del Che. In mano bandiera amaranto delle Bal, quella col 99 nel mezzo racchiusa tra due rami d'alloro. Agitava quella bandiera davanti alle nostre facce e noi a far finta di niente. Poi di scatto andava verso la balaustra e chiamava a voce alta i giocatori singolarmente. Poi si rimetteva a sedere ma soltanto per pochi attimi. Poi di nuovo in piedi a cantare cori che nessuno aveva mai sentito. Ha intonato un mix di bandiera rossa, avanti livorno, bella ciao, tutte sulla stessa aria. Era più bello guardare questi personaggi che seguire la partita. Gli abitanti di cecina per lui erano "ceciniani" e forse noi proprio dei marziani.
Etichette: Livorno
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