Livornesi e livornesità
Esiste ancora la livornesità? Ma più che altro, cos'è?
Sento politici, sportivi, gente dello spettacolo, gente comune, parlarne come se fosse un bene che prima avevamo e che ora lentamente sta sparendo. Non riesco a darmi una risposta precisa. Forse significa che prima eravamo in un modo e ora siamo in un altro, prima eravamo migliori e adesso stiamo degenerando in una generalizzazione della società contemporanea sempre più tendente all'appiattimento globale. Forse eravamo più accoglienti, più generosi, più tolleranti, più simpatici. Di sicuro adesso scendiamo le scale del nostro edificio e non sappiamo chi abita al primo, al secondo o al terzo piano. In passato le famiglie quando compravano casa o andavano in affitto, ci rimanevano tutta la vita. Adesso si cambia, talvolta per la sola voglia del nuovo, senza motivi particolari. E così la storia non ti entra nelle ossa, ti scivola addosso e volti lo sguardo dietro di te per assicurarti che sia ben lontana.
Non so dire come erano i livornesi ma posso dire che Livorno ha subito negli ultimi anni un cambiamento che altre città avevano subito molto prima. La gente aveva avuto le reazioni che adesso abbiamo tutti noi. Non stiamo quindi copiando le altre città ma stiamo trasformando il nostro modo di vivere adeguandoci allo stereotipo del cittadino del ventunesimo secolo, stanco dell'invasione extracomunitaria, dei rom, dei lavavetri, dei vucumprà, dei tossicodipendenti, degli hooligans, dei ladri, degli opportunisti, dei leccaculo, degli stronzi e persino di noi stessi.
Livorno, Ponte sui Fossi - photo by Internet
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