Uappala Beach
Oggi al mare ho vissuto simpaticamente venti minuti della mia giornata. Era l'ora di pranzo, i miei figli avevano già mangiato a casa ma io e la Tatu ci siamo presi qualcosa al self service. Ci siamo seduti a un tavolo sotto uno dei vari gazebo davanti al bar del bagno Uappala Beach. Accanto a noi una famiglia, vecchio stampo, al completo; nonni e due figlie con generi e nipoti. I nipoti non stavano mai a sedere ma giravano fra i tavoli andando verso il bar e tornavano indietro. Mi sentivo Carlo Rubbia in mezzo a un gruppo di esponenti della Lega. Parlavano con fortissimo accento livornese, troppo, troppo livornese. Quell'accento e quella cadenza che rendono il nostro dialetto insopportabile. La figlia spiegava di un'amica che dalla forte depressione è "doventata prima anoressia, poi abulemia.... tanto ir su' marito, ne faceva ni nidio le 'orna..." mentre con no chalance s'infilava un dito in bocca per togliersi i residui di cibo tra due denti. Di seguito la nonna ha richiamato a se i nipoti che scorrazzavano per lo stabilimento : "Keviiiii, Bràiaaaaa..... venite da nonna che vò portato ir menestrone di verdura". Arrivano i due rampolli nove/dieci anni al massimo: "nonna lo sai ci fà càa... babbo ci dai 'vaini per un panino". "Toh, pilliali e guarda di portà ir resto". A quel punto interviene di nuovo la nonna : Keviiii.... armeno pilliatelo cor preciutto".
applausi a scena aperta
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2 Commenti:
fantastic
magnific
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